sabato, giugno 28, 2008

vuoi sapere prima la bella o la brutta notizia?

La bella notizia è che il pannello solare per la fontanella, acquistato l'anno scorso e presto accantonato perchè ad ogni nuvoletta smetteva di funzionare e lo zampillo si zittiva, ora con l'aggiunta di una specie di accumulatore... funziona benissimo anche per diverso tempo quando non c'è più il sole... Il rumore dell'acqua e' soave e Giona e il Tritoncino sono un bel punto focale. La brutta notizia è che i gigli tigrinum quest'anno me li posso sognare! Sono stati distrutti da un insetto rosso, forse una dorifora, ghiotto di patate e gigli. Ovviamente potendo scegliere e non avendo sottomano patate... i signorini si sono installati sui gigli e li hanno fatti secchi, ovvero non sbocceranno mai, sono scatenati. Come le lumache non ho intenzione di ucciderli e quindi... pazienza. Su noi tutti, frequentatori indaffarati in quello che sembra un ameno fazzoletto verde nel cestone della biancheria sporca di una grande città, ognuno impegnato per inseguire la sopravvivenza materiale o spirituale... veglia il mostro, che non ho osato fotografare negli occhi per paura di incattivirlo e la cui immagine si puo' vedere nel riflesso della finestra. Il grande mostro trasmettitore non dorme mai, trattasi dell'antenna di Telelombardia

domenica, giugno 15, 2008

lilium tigrinum, il rosso cereo e il.... rosa ...

LILIUM TIGRINUM. Petali vistosamente ripiegati su di sè, di un rosso cereo, da belletto, chiazzato delicatamente ma con nitidezza da numerose macchie ovali neroazzurre. Se osserviamo il modo in cui queste macchie sono disposte, potremmo crederle prodotte da una forza vitale che, da attiva, si fa gradualmente più debole. Così, al bordo esterno dei petali esse mancano del tutto, mentre vicino al fondo del calice sono disseminate in gran profusione, fino ad inerpicarsi su alte e carnose escrescenze. Polline dal colore narcotizzante, quasi un velluto rosso cupo che sia stato macinato e ridotto a finissima cipria.
Chi guarda ha l'illusione di vedere un padiglione di giocolieri indiani dal cui interno esca una sommessa musica anticipatrice.

Ernst Junger - il cuore avventuroso
(ho iniziato a leggere il libro, 71 appunti che Ernst Junger definisce "figurazioni e capricci". Dopo queste prime righe folgoranti ho dovuto togliere gli occhiali, scendere dal letto, tra l'agitazione silenziosamente urlante e la capitolazione attonita per istinto di conservazione. Come posso riaprire le pagine e continuare con punture che bucano insostenibili soglie psicofisiche? Forse non ho fatto altro che tendere a questo, al prezzo di una perenne sensazione di scollamento. Ieri mentre compravo il libro alla bancarella, 3 donne della mia età commentavano e pregustavano eccitate la cernita tra il ben di dio che avevano davanti, alcune montagne rosa di Harmony)
lilium tigrinum 15/06/08


sabato, giugno 14, 2008

a che punto siamo?




philadelphus virginal, rose, euphorbia characias, euonimus, acanto, cotinus coggyria, (clic sulla foto per ingrandirla)
e poi.......... margherite e roselline

roselline fairy nasturzicaprifoglio triteleia


dianthus barbatus o garofano dei poeti

spiraea, e dopo....
cineraria marittimagelsomino


hemerocallisrosa inglese a shropsire lad con i suoi bei pidocchietti


calendula e papiroaloe barbadensis e euphorbia vulcanii
roselline fairy e lavanda due piante di fagiolini che hanno fornito un etto di raccolto
ipericuml'angolo delle cicciotte su una casetta per gatti
alyssum .... cosa c'è ancora....


ortensia e amarene....chiquita e amarene...

Nel forno finiscono di cuocere ben 3 torte da rovesciare (con le amarene sotto) senza uova-latte-zucchero-burro, (troppo grazioso andarne a staccare ancora qualcuna dal ramo perchè quelle nella ciotola non erano abbastanza)...

prima................ dopo...................

sabato, giugno 07, 2008

lasciami stare





Talor, mentre cammino solo al sole e guardo con i chiari occhi il mondo ove tutto m'appar fraterno, l'aria, la luce, il fil d'erba, l'insetto, un improvviso gelo al cuore mi coglie.
Un cieco mi par d'essere, seduto sula spalletta d'un immenso fiume.
Scorrono sotto l'acque vorticose. Ma non le vede lui, il poco sole ei si prende beato. E se gli giunge talora mormorio d'acque, lo crede ronzio d'orecchi illusi.
Chè a me par, vivendo questa mia povera vita, un'altra rasentarne come nel sonno, e che quel sonno sia la mia vita presente.
Come uno smarrimento ancor mi coglie, uno sgomento pueril.
Mi seguo, tutto solo sul ciglio della strada, guardo il misero mio disgustoso mondo e carezzo con man che trema l'erba.
Camillo Sbarbaro